mercoledì 20 luglio 2011

Storia di Solitudine e Oblio.

Ogni mattina, ogni dannata mattina mi sveglio, anche quando non vorrei, quando il desiderio di cavare via quei miei due occhi che si aprono e tornano alla vita è forte come non mai.
Piove,anche oggi.
L'opprimente pioggia di questo freddo autunno mi dà la nausea; so che anche oggi non ti vedrò.
Passo la mattina cercando qualcosa che dia un senso alla mia giornata, almeno per oggi, ma in questa mia testa bacata non c'è ancora spazio per nulla oltre al voltastomaco.
Passo distrattamente davanti allo specchio, e mi rivedo 10 anni fa.
Rivedo l'essere privo di vita che ero...
Riesco a leggere il terrore nei miei stessi occhi, e decido quindi di glissare su qualunque riflessione potessi voler iniziare.
Il tempo continua a passare, ma certe ferite non si rimarginano mai; un cuore straziato e trascinato per terra non tornerà mai come prima.
Caffè nero e senza zucchero.
Nella solitudine non mi è più nemmeno concesso di piangere.
Passo la giornata non so come.
E arriva la sera, fredda e terribile, e ancora sono solo.
Sono un morto che cammina.
Sono un morto.
Sono.
E forse nemmeno quello.
Un bicchiere di assenzio. Due.Tre.
Dove sei? DOVE SEI?!?
Ed eccolo infine.
L'oblio giunse dolce su di me, e anche allora dimenticai...

3 commenti:

  1. Non ti inAbyssare nell'oblio, non cercare scorciatoie. La strada da percorrere, seppur piena di ostacoli e sofferenze, va attraversata tutta perchè da questo percorso si possono trarre definizioni ben diverse dalla dimenticanza, che, più che concludere, strazia! Tutti viviamo giornate, mesi, periodi più o meno lunghi di sensazioni mischiate fra loro e sta a noi riuscire ad immergerci a pieno, senza paura di annegare, di soffrire o di farsi trascinare per un momento dalla dolcezza e dalla ricerca di stabilità della nostra coscienza, in questo mare di emozioni, piacevoli e dolorose. Sta a noi, in modo assolutamente lucido, senza assenzio, senza trucchi (resta di stucco! è un barbatrucco!) per alleviare o negarsi il pericolo di ragionare in solitudine, saper diversificare e fare patrimonio personale di alcuni granelli di esperienze che quotidianamente viviamo.
    Ciao caro, ora torno a fare i ritmi delle sigle dei cartoni animati con i crackers al pomodoro sul balcone. (La cosa del barbatrucco non ci stava, sigh)
    E stay up ;D
    Emily

    RispondiElimina
  2. non temere, non sono il tipoc he si annega nell'assenzio. ciò che scrivo, lo scrivo perchè spesso la realtà fa schifo, ma la gente preferisce fingere di non vederla. la metto dunque per iscritto, perchè sia possibile che qualcuno, seppur pochi, prendano atto che anche questo è reale.
    ovviamente la vita riserva anche delle belle sorprese a volte, e per questo in ogni mio scritto si cela un graqnello di luce, che sta a voi cheleggete trovare :)

    RispondiElimina