mercoledì 3 ottobre 2012

Compagna d'avventure di un tempo arrugginito

Passo ancora a trovarti, lo sapevi? Mi fermo lì, in quello che era il nostro santuario, il nostro luogo di incontro, dove decidevamo dove andare e cosa fare. Ricordo perfettamente la gioia che provavo sapendoti lì ad aspettarmi, la coscienza di poterti ritrovare lì la volta successiva era rincuorante.
Quante volte ci siamo trovati nel cuore della notte per uscire, senza una meta, senza uno scopo, solo per essere liberi? Pioggia, neve, vento... Non ha mai avuto importanza. Nulla ci ha mai fermato, siamo finiti assieme in mezzo alle tempeste estive più forti e ne siamo usciti ridendo. Eravamo una cosa sola, nulla era in grado di tenerci testa. Poi è arrivato quel giorno d'estate l'anno scorso. L'incidente, per colpa mia. Una svista, e mi sono trovato a volare oltre il tetto di un'automobile. Mentre tu ti schiantavi rovinosamente a terra.
Eri l'unica mia preoccupazione, anche se zoppicavo vistosamente e a malapena mi reggevo in piedi.
ho sentito il tuo ciclo vitale rallentare, fermarsi e non ricominciare più. E' stato orribile.
E ancor oggi, a distanza di un anno, mi capita di piangere anche se per poco quando passo in quel garage che era il nostro santuario, a vedere se per miracolo le cromature sono tornate a splendere come una volta, se di nuovo ruggisci, come se alzare la serranda del garage mi desse la speranza che in un atto misericordioso qualcosa o qualcuno ti abbia riparato. Ma non è mai così. io ancora non ho trovato lavoro nonostante tutto, non sarò in grado di sistemarti ancora per un po'. Ma non temere, non lascerò che ti portino allo smembramento. Sei parte di me, e se mai dovrà succedere sarò io a smontarti un pezzo alla volta, fino all'ultimo. Sembrerà stupido parlare con un mucchio di metallo, ma quel mucchio di metallo mi ha donato una libertà che nessuno di voi mi ha mai fatto percepire.


Ti voglio bene tutt'ora, sai? :')